Ricordami
Sei in: Per saperne di più > Libri suggeriti da noi > Ricordami
Daniela Poggi
2021
È un romanzo che racconta la storia vissuta da Daniela Poggi, personaggio noto a molti per la sua attività nel mondo artistico. In realtà si tratta della sua esperienza nell’affrontare l’Alzheimer, il morbo che colpisce sua madre. Gli argomenti del libro sono molti e diversi; ma tutti evidenziano la capacità dell’autrice di "...Mettersi a nudo senza timore del giudizio o della critica, in un flusso di parole che compongono un soliloquio...".
Il libro inizia con l’ultimo giorno del 1999 nel camerino del teatro dove Daniela lavora. La mamma (Lydia) "...Sprigionava la piena allegria del vivere... il primo giorno dell’anno trascorso ridendo, ricordando, passeggiando... poi, mentre salivi sul treno per Milano improvvisamente ti ho vista minuta, spaurita, fragile... non sapevo che molto presto tu non saresti stata più tu...".
La narrazione prosegue con pagine di ricordi che finiscono sempre con il ritorno alla realtà della stanza dove Lydia riposa "...Ti sembra strano che oggi sia al tuo capezzale a sgranare ogni attimo vissuto lontana da te, da voi... ho sempre temuto di deludervi...".
Nelle pagine seguono avvenimenti della vita di Daniela, come Il battesimo, con i genitori, i parenti "...Papà mi culla, ma tu mamma non ci sei..." La scoperta che suo padre avrebbe voluto un maschio. Il nome, che da Cinzia viene cambiato in Daniela, perché era quello di uno zio appena morto.
I genitori di Daniela si sono separati quando lei aveva due anni "...Improvvisamente la figura maschile sparisce dal tuo quotidiano... non sai quanto mi è mancato il bacio della buona notte di papà...". Le lettere scritte al padre che morirà tra le sue braccia "...C’era una volta la favola della mia vita fatta di tre anime che si sono separate... tu non mi capivi. Io non facevo nulla per farmi capire...".
La prima elementare, le trecce bionde, i fiocchi rosa "...Perché il collegio?... sono piccola (sette anni), ma quanta sofferenza nel cuore... alcuni eventi ti fanno crescere prima del tempo... so che per me sognavi la luna e saresti andata a prenderla...". Le suore, i letti tutti uguali, la tristezza, il senso di abbandono, la chiesa, la voglia di tornare a casa, la fuga per raggiungere il padre "...Mi avete messa al mondo e adesso io non conto più nulla... chi ha deciso per il collegio?... Dov’ero io mentre le vostre vite prendevano strade opposte? Perchè mi hai raccontato per anni la bugia di una famiglia normale? Ero anch’io figlia di separati come tante altre ragazzine del collegio...". Poi il Liceo linguistico vicino Varese dove Daniela impara alcune regole per vivere, il rispetto, il confronto, a suonare la chitarra. Sono stati anni spensierati.
Le prime avvisaglie della malattia. Il mattino in cui Lydia vuole uscire a tutti i costi "...Fai presto che devo andare a lavorare. Sto bene...". La ricerca affannosa. Ma nessuno pensava all’Alzheimer. "...L’Alzheimer diventa un essere vivente nel corpo di un altro essere vivente...". Nessuno ha certezza di nulla in questa malattia. "...Non riuscivo a dirti ti voglio bene Mami. La morte di papà ha steso un velo tra noi... ci siamo fatte del male solo perché non siamo state capaci di raccontarci la verità... Ma... quanto costa amare?...".
Spesso si riaffacciano i ricordi di Londra, quando Daniela aveva 19 anni e doveva perfezionare il suo inglese. Le cene e il cibo cucinato da Lydia che andava a trovarla "...Amici, musica e la tua felicità di essere con me... a Londra sei stata felice...". Poche ore di sonno, la scuola il mattino e il lavoro nel pomeriggio; commessa nella boutique più famosa della città "...Volevo vivere di conoscenza, esperienza, incontri
Roberto, un amore romantico... eravamo perfetti...". Ma Daniela desiderava una vita autonoma, viaggiare "...Tu non hai mai apprezzato la mia parte selvaggia...". L’assenza del padre, che si faceva sentire, le prime sigarette e rossetti "...Io scappavo dalla vostra protezione... ma la libertà si paga a caro prezzo... anche nel lavoro...". I viaggi nel mondo. Dovunque gli avvenimenti personali si mescolano alle riflessioni sulla malattia, le sensazioni di non fare abbastanza, l’amore sempre forte per la madre che non la riconosce più. E soprattutto i tentativi di Daniela di raccontarle quella parte della sua vita che lei non conosce.
Il viaggio fatto di nascosto a Parigi andata e ritorno in una giornata. Poi la decisione di andare in Tunisia, a Djerba "...un nuovo capitolo della mia vita; ma io decisi di dirti che dovevo andare un anno a Miami. In Tunisia eravamo un centinaio di ragazzi e... solo la libertà di esistere...". Gli ospiti arrivavano da tutto il mondo e Daniela era il riferimento per gli italiani. "...Recitavo in uno spettacolo...".
I soliloqui con Lydia "...Ho voglia di svelarti le stranezze della mia vita... non riesco ad accettare di poterti perdere... Ma la tua mente è altrove da tanti anni...". Così Daniela racconta il viaggio a Bogotà con l‘amica Nuccia, il tendine del pollice reciso da un vetro, le preghiere prima di addormentarsi "...Abbiamo una voglia pazza di essere felici...". Il bus che trasporta persone e animali con fiocchi e campanelli appesi dovunque "...Mi sembrava di essere in un film...". Il Capodanno trascorso con tanti amici italiani da Miguel. Daniela continua a raccontare il viaggio in Perù, finanziato vendendo vestiti firmati. Cuzco, Machu Picchu, le foglie di coca, le imprudenze assieme a Nuccia "...Vivevamo giocando con il pericolo...".
Poi il ritorno alla realtà, con le urla notturne nonostante la folla di persone che si occupano di Lydia "...Siamo tutti attorno a te... se ti senti trascurata iniziano i capricci... come si arriva ad una trasformazione così lacerante? Dov’è finita mia mamma?... tutto si sta sgretolando...". La constatazione delle profonde trasformazioni della donna che Daniela non riconosce e le domande a sé stessa "...Posso ritenere un dono questo calvario? Le lunghe nottate insonni, e il risveglio... un raggio di sole entra e ti illumina. Tutto diventa ogni giorno più difficile...".
La carriera di attrice di Daniela "...I pianti, le delusioni, quanti mi hanno chiuso la porta in faccia. Volevo dimostrare quanto ero brava ma contava solo quanto ero bella...". Le prove del recital, "...Io madre di mia madre... mi hai dato la saggezza dell’indipendenza, l’equilibrio della solitudine, il controllo della sofferenza... non posso lasciare che il filo si spezzi senza che tu abbia detto: Daniela, sei mia figlia...". Mami resta con me nel racconto, ti porto in terre lontane. Città del Messico, Acapulco "...Tu eri preoccupata... Io avevo bisogno di esistere...". Il viaggio nello Yucatan, i bagni nel mare più azzurro del mondo, il ricordo del padre che le aveva insegnato a nuotare. Ultima tappa il Brasile.
Il carattere chiuso e possessivo di Lydia, la morte del padre "...Negli occhi di papà ho letto la sua fine mentre cercavo le parole per dirgli, Ti amo... nei tuoi occhi c’è un mondo dentro il quale io non ho nessun ruolo... eri gelosa anche di papà... tu preferivi stare a casa nei tuoi silenzi, nei tuoi pianti... non venire con noi era il tuo stratagemma per farmi sentire in colpa... non potevo accettare che voi viveste attraverso di me... sono scappata da tutto e tutti... Forse anche da me...".
Continuano i racconti "…Che diventano salvagenti per stare a galla; l’Istituto di Estetica gestito da Lydia... dove sono finiti i tuoi sogni?...". Ti ho reso felice, Mami? I ricoveri per problemi ai bronchi "...La responsabilità di doverti salvare... ti sembra strano che oggi sia al tuo capezzale a sgranare ogni attimo vissuto lontana da te, da voi... ho sempre temuto di deludervi...".
Il ricordo di New York, dove Daniela si iscrive all’Actor’s Studio "...Ti sarebbe piaciuta. Un po' troppo caotica, gente dovunque... non sento la tua voce da giorni... la tua malattia mi mette di fronte al nulla, al vuoto... non andartene mamma ho bisogno di te... ascoltami...".
Poi un avvenimento inaspettato; papà e mamma si rimettono insieme. Ma Daniela è sempre lontana, in viaggio. Nel frattempo, i tentativi di diventare madre, le delusioni, sentirsi incompiuta "...Anche tu avevi perso due bambini... sono diventata compagna, moglie di uomini con i quali il rapporto non era mai alla pari...".
Daniela lavora sulla sedia a rotelle per riprendersi; la figlioccia, Ximena "...La tua gelosia... l’Alzheimer ti costringe a vivere chiusa in un mondo sconosciuto, non sai chi sei, non sai chi sono... nel libro Daniela cita il nome della madre solo una volta, Lydia... hai vinto premi per la tua bellezza, eleganza, sorriso... a ricordarci la vita sono le parole scritte o le foto sbiadite... ma... non sono pronta a restare sola. Ho bisogno della nostra storia per sentirmi viva...".
All’inizio l’Alzheimer ha provocato le mie reazioni brutali "...Quando volevi restare a Milano, quando ti rifiutavi di seguire i miei suggerimenti...". Penso a quando non mi ascoltavi più "...Mamma ti prego guarisci... sono una donna sola. Tu a Milano, io a Roma... il tempo sta trasformando le nostre anime...". Quando Daniela partiva per lavoro si affidava alle badanti "...Non avevo scelta. Dovevo continuare a lavorare per affrontare le spese di questa malattia senza ritorno...".
"...Io che avrei voluto una casa con entrambi i genitori di fronte al mare. Papà anziano accanto a te. È finito tutto troppo in fretta...". Dieci anni nel pensiero costante di te. Tu ormai sei nel tuo mondo e nulla può ferirti.
La decisione sofferta del trasferimento a Roma. Perchè a Milano le badanti non ce la fanno più; la malattia di Lydia sta degenerando nella violenza; sono necessari i farmaci per calmare l’aggressività della mamma che chiede "...Dove stiamo andando? Voglio tornare a casa...".
"...Un malato di Alzheimer in casa e la vita la vivi in ginocchio... la tua vita resta congelata nel ricordo di una persona che non ha più ricordi... non potevo perdere il lavoro... ma resta ferma la decisione... non ti metterò mai in una casa di riposo...". Perché "...Voglio che ti addormenti tra le mie braccia, mentre ti cullo, mentre ti canto una ninna nanna...".
"...Stiamo vivendo insieme ogni secondo. Noi due nella tua stanza... continuo a parlarti, ti sussurro canzoni, ti coccolo... le nostre mani si fondono nel desiderio di sentirci... lentamente... il tuo cuore rallenta... batte sempre più piano... accolgo il tuo estremo alito di vita tra le mie braccia... sono tua figlia... Ricordami !...".