Oggi come allora
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Diane Keaton
2011
Scritto dalla famosa attrice, questo libro racconta la vita della sua famiglia, ma soprattutto quella della madre (Doroty) dalla quale ha imparato tanto "...Scriveva slogans, citazioni, ma soprattutto il verbo pensa...". Leggeva molto e riportava frasi mescolate a foto nei suoi diari, che ha continuato a scrivere per più di trent’anni, fino a quando (1993) le hanno diagnosticato l’Alzheimer. Iniziò così a combattere e durò quindici anni, continuando a scrivere. Prima scriveva frasi, poi solo parole, poi numeri, poi niente. Quando Diane trova i diari della madre non ha il coraggio di leggerli e solo dopo molto tempo decide di scrivere "...La storia di una ragazza che realizza i suoi sogni grazie alla madre... ho cercato di creare un libro che unisca i miei ricordi con i diari della mamma, i suoi album di ritagli... per vedere me e lei in una luce più favorevole... l’amore e la gratitudine che provo ora che non c’è più... speravo di trovare il senso del nostro rapporto...".
Nel libro si alternano anni e avvenimenti delle vita di Diane e Doroty, iniziando dal 1946. Le due sorelle e il fratello di Diane, il padre (Jack), ingegnere civile che si occupa di acque ed elettricità, la mamma che a 24 anni pensava sempre a tutto "...Le nostre vite sono state diverse. Lei casalinga e madre che sognava il successo... io un’attrice... e la mia vita ha superato i miei sogni... cosa si perde con il successo al confronto di ciò che si guadagna con una vita normale?... Ho salvato la storia della nostra famiglia...".
Infatti il libro racconta la vita di quattro generazioni. Il nonno che non era più in grado di pensare e fu ricoverato in una casa di veterani. La nonna paterna che giocava nelle bische. Le vite dei tre fratelli che si mescolano a quella di Diane che era la primogenita "...La mamma non mi giudicava... lasciava che pensassi per conto mio... disegnavo i miei vestiti e mamma li cuciva. Facevo la brava ragazza per i genitori e volevo diventare una star di Brodway...".
La scuola di recitazione (1967) a New York "...Un giorno diventerai una brava attrice... prendo il cognome di mia madre...". La rivista Hair. La bulimia. L’incontro con Woody Allen (1969) "...Era divertente e non metteva in soggezione... mi innamorai di lui, come previsto dalla sceneggiatura. Woody amava le ragazze nevrotiche. Il nostro rapporto non era saltuario, ma neppure impegnativo... avevo 25 anni... lui sapeva quanto fossi insicura. Tutte le mie esperienze culturali hanno avuto come tramite Woody 3 Allen, il mio ragazzo...". Eravamo una bella coppia. In pubblico portavamo sempre il cappello e lui mi teneva per mano e mi diceva: "...Tu resti sempre un fiore troppo delicato per questo mondo di brutte cose e io resto sempre un'erbaccia...".
Seguono serie televisive, il film Provaci ancora Sam, Il Padrino con Al Pacino.
Intanto Doroty (1975) scriveva "...Il cervello mi si sta assottigliando. Se c'è una cosa che non voglio perdere è la mia capacità di pensare. Mi sento vecchia e intollerante. È come se chiudessi fuori il mondo. Non mi piace... le mie responsabilità nei confronti della famiglia si sono esaurite. Non si rivolgono più a me per essere guidati...". Diane e la madre avevano in comune una sensazione di fallimento e una scarsa autostima "...Mia madre si è sposata presto. Io tardi. Ho adottato i figli. Lei no. Mamma portava avanti una famiglia numerosa a poco più di 20 anni. A 54 anni è stata messa da parte. Io a 65 no. Ho una famiglia allargata e sono impegnata...".
Nel film Io e Annie (1977) Woody Allen rappresenta la famiglia di Diane. "...Era una storia d’amore che finiva con la separazione, proprio come avvenne nella vita vera... Woody lasciò che il pubblico assaporasse la tristezza dell’addio in un film divertente…Il messaggio era chiaro: l’amore passa...".
Poi l’incontro con Warren Beatty (1978). "...Era ancora tanto bello….Mi innamorai e continuai per un sacco di tempo….Amavo lui e le sue esagerazioni. Intanto "Io e Annie" vince l’Oscar. Torno a casa. Rifiutavo la fama che avevo tanto desiderato...".
Il Padrino III a Roma. Io e Al Pacino: "...Prendersi e lasciarsi... quando riesamino le mie storie d’amore fallite mi ritorna in mente quella dei miei genitori. L’amore vero, quello quotidiano, con i suoi alti e bassi, compromessi, richieste, mancanze. Eravamo tutti più vecchi, ma non più felici... l’amore non fa di noi delle persone migliori...".
Diane torna a casa; suo padre ha un tumore al cervello (64 anni). Si spegnerà poco a poco "...Vorrei che tu ed io fossimo stati più vicini... vorrei aver trovato un modo per volerti bene con un po’ meno di fatica... ci sono domande che ci accompagnano per tutta la vita, senza risposte...".
La lettera di Doroty a Jack: "...Stammi vicino perché ho bisogno di te. Trova un modo per arrivare fino a me. Sono sola. Non so perché trovavo tanto difficile dirti quanto ti amavo quando tutto andava bene. Forse adesso che sei dall’altra parte conosci tutte le risposte...".
L’Alzheimer (1993). La lettera di Doroty a Diane: "...Il dottore dice che ho l’Alzheimer, ma non ho intenzione di mandare giù questa cosa.. Non so proprio come potrò affrontarla... non voglio cedere... come faccio a dire alle mie amiche che ho l’Alzheimer?. Non posso...".
2001. Mamma peggiora "...Dove sono? Non so dove sono. Vivo qui?...".
Intanto il film con Jack Nicholson "Tutto può succedere": un successo, mentre "...Sua madre ha parecchie allucinazioni... era seduta a fissare il vuoto... raggiungerò la mamma nella nebbia delle dimenticanze?... il profilo genetico della nostra famiglia si porterà via anche la mia memoria?... a che servono le mie domande... per qualcosa che non si può spiegare?... vorrei soltanto che il cervello della mamma ritornasse... la vita non conosce giustizia...".
Arriva la fine "...Vorrei che tu ed io potessimo parlare. Vorrei riuscire a sentire quello che tu potresti dire dall’altro lato del nulla... cara Diane, sii coraggiosa e lasciati andare. Smettila di tenere stretto il manubrio della bici, alza le mani e vola... io ho scritto la nostra autobiografia... e sono di nuovo con te... oggi come allora...".
Questo libro merita di essere letto in quanto affronta i problemi che capitano a tutti, ma cerca anche di insegnarci che le esperienze della vita devono fortificarci, farci crescere mai abbatterci.