Nonnasballo
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Mirko Zullo
2018
A narrare gli avvenimenti, in prima persona, è Michelle, la nipote di questa nonna dolce, affettuosa, terribilmente chiassosa, che ha trascorso una vita complicata (divorziata a 20 anni, con figlia, in un piccolo paese del nord Italia), affrontata comunque sempre con coraggio e determinazione. Sua figlia (Gianna), che è stata abbandonata improvvisamente dal marito, si ritrova sola con Michelle e una trattoria da gestire per vivere.
Da subito lo scrittore evidenzia il complesso rapporto tra le tre protagoniste, anche se la nonna (detta la Milvia) e la nipote, Michelle , costituiscono un binomio affiatato e complice che ha in qualche modo emarginato la madre / figlia (Gianna), una donna chiusa, sopraffatta dalle responsabilità e dal lavoro. Michelle, quindi, ha trascorso la vita (ora ha 26 anni) con questa nonna che l’ha capita, amata, coccolata, assieme a "nonno" Alberto, il suo paziente compagno, poi ha deciso di abbandonare gli studi per aiutare la madre. "….Non parlavo con mamma…. parlavo alla nonna perché era solo lei che vedevo… lei c’era… la mamma no...".
Lo svolgersi del racconto evidenzia diversi personaggi che contribuiscono a chiarire meglio gli avvenimenti in cui sono coinvolte le protagoniste. La Ivana, la Nina, la Germana, sono le amiche con cui la nonna va spesso a ballare (la sua passione più forte) e in gita, mentre il Gino (titolare di un negozio di alimentari) sembra da sempre il suo "spasimante segreto", anche se è amico di nonno Alberto. Nelle vicende che si susseguono l’autore evidenzia sempre meglio le vicende dei protagonisti che si svolgono all’interno di un piccolo paese in cui tutti si conoscono.
Poi all’improvviso la malattia: perdita progressiva della memoria, dell’orientamento, del linguaggio, del buon umore. Quella nonna che sorrideva sempre e trainava tutto si era ammalata, di una malattia che non si vedeva ma che faceva danni irreversibili "...I primi tempi sono difficili da gestire... mamma e nonna non si parlano... ma neppure Michelle e la madre... si dice che gli eventi tragici avvicinino amici e familiari, noi abbiamo continuato a restare sole... i ruoli si invertono... prima era lei a essere quella forte, ora è lei ad essere diventata la mia bambina... come finirà tra me, mamma e la nonna? La vita cambia e ci cambia...".
È a questo punto che lo scrittore trova il modo di far riavvicinare le tre donne attraverso la confessione di un segreto che ognuna di loro conosceva, ma che nascondeva per proteggere le altre.
Sarà invece proprio la malattia della nonna a ristabilire gli equilibri tra le protagoniste, che capiranno di volersi bene nonostante le incomprensioni e le avversità. L’Alzheimer, quindi, viene affrontato e vissuto giorno dopo giorno. Michelle riscopre la voglia di studiare, la madre diventa più disponibile, la nonna continua a dimenticare cose, nomi, persone, ma riesce e partecipare e vincere la Gara Mondiale di Ballo del Brasile, organizzata per lei da tutto il paese "...Godiamoci il presente perché sei tu la più brava…la nonna più bellissima che si possa desiderare...".
Concludendo, questo libro, che non trascura di evidenziare le problematiche di una malattia che rende difficili e precari i rapporti familiari, pone l’accento sulla possibilità, come avviene per la nonnasballo, che le persone possano aprirsi, capirsi meglio e proseguire insieme ad affrontare le vicende della vita. Giuseppe Alessio Nuzzo, Lettere a mia figlia. Il percorso della malattia di Alzheimer, le origini, le motivazioni e la vera storia del pluripremiato film breve. Pulcinella Editore, Acerra, Napoli, 2017.